Osservazioni critiche
Un concorso ad invito è l’ultimo atto per la saga architettonica che vive la Piazza Stazione di Locarno, alla ricerca di soluzioni da anni e sulla quale si sono chinati anche “archi-star” internazionali.
Probabilmente prima di questo concorso nessun progetto ha soddisfatto le aspettative dei regganti di questo territorio.
L’architetto che ha vinto il concorso (4 gli studi invitati) si è ispirato a pittore Magritte, e non è la prima volta.
Per capire se il fuori-scala era una mia giusta interpretazione, ho parlato con illustri colleghi;
la conferma è arrivata puntuale ma purtroppo, alla mia proposta di creare un dibattito inter disciplinare, tutti si sono dileguati. I panni sporchi non si lavano in pubblico!
Le star non si toccano: hanno sempre ragione e non sbagliano mai, anche se si sono ispirati al pittore sbagliato.
Come diceva il grande Frank Lloyd Wright:
“i dottori nascondono i loro errori 2 metri sotto terra; agli architetti non resta che l’edera”
Purtroppo viviamo un periodo storico dove l’etica è considerata un’utopia per non dire un difetto o un ostacolo.
Scendo perciò di un gradino e parlo di responsabilità.
Gli architetti progettisti sono tenuti a una responsabilità sociale?
L’interazione e Il rispetto del bene comune e di quello singolo, fanno parte dei criteri di giudizio del progetto?
Io credo di si.
Un monumento fuori scala, che divora la luce come un buco nero togliendo tutto ciò che si trova attorno, e che avrà una vita di almeno 100 anni, contiene un rispetto sociale?
Mi chiedo:
– un marchio e un’intellettualità arguta, che riescono a giustificare queste scelte architettoniche, ispirate dal linguaggio magrittiano e che non contengono rispetto sociale, bastano ai gestori della cosa pubblica, per dare un mandato di sviluppo per un progetto che fagocita spazio e luce della comunità? A Campione è stato così…
– come mai i gestori del bene pubblico si assumono la responsabilità di non considerare il rispetto sociale come parametro di scelta per degli interventi tanto importanti per la comunità?
Forse amano e sono affascinati da Magritte al disopra di tutto.
Personalmente ritengo che un intervenuto con delle pennellate leggere che lasciassero dei vuoti, che sono una ricchezza architettonica, urbanistica e sociale, sarebbe stato un regalo al territorio, alla socialità e alle future generazioni.
Ma quello che penso io non conta.
Mi sono permesso di mettere per scritto la mia modesta analisi solo perché il progetto è ancora su carta.
Osservazioni costruttive
Ritengo che la sola critica, sia poco costruttiva é per questa ragione che mi permetto formulare un ipotesi di lavoro inerente questo importante spazzio urbano.
L’approccio a questo luogo é molto semplice e si basa sul idea di ricucire lo sfregio del territorio che si è realizzato per l’arrivo della ferrovia, innovazione tecnologica del 800. Concettualmente tutto lo spazio occupato della infrastrutture sia ferroviarie sia di parcheggio vanno coperte per avere un piano che ricollega i due quartieri di Muralto. La quota di questo piano dovrebbe essere quella del sagrato della chiesa. L’interramento delle linee di alimentazione della ferrovia sono realizzabili grazie alla nuova tecnologia realizzata nella galleria del Ceneri. Per rendere più ideale questo intervento si dovrebbe valutare anche l’interramento del pezzo di strada che passa davanti alla casa per anziani “al Parco “.
Sono queste decine di mia migliaia di mq che dovrebbero essere il tema per una nuova pianificazione. un porzione di territorio che permetterebbe al comune di Muralto di inserirvi tematiche come :
quella della piazza (che attualmente non ha)
quella di un polmone verde per la riqualifica ambientale (parco di svago e aggregazione )
quella di una struttura polivalente di valenza regionale, per contenuti che pazziano dai congressi passando dalla cultura fino allo sport ecc..
quella abitativa sia privata che publica potrebbe prendere corpo con un volume di testata al limite ovest
Tutti i temi del parcheggio degli spazzi commerciali e del terminal dei bus legato al piano viario e al interscambio ferrovia gomma posso essere gestiti nel interrato che si crea e che corrisponde alla quota dei binari, con anche l’ampliamento di stock di auto e merci a livelli inferiori vedi stazione della Centovallina.
La politica ha una grossa responsabilità se impostavate lo sviluppo del territorio, nel compromette la qualità di vita per al meno 100 anni.
In questo caso é evidente che ha impostato le direttive per il concorso architettonico indirizzandolo verso una speculazione edilizia usandolo pio come base per una nuova pianificazione. peccato che gli architetti invitati docenti al Accademia di architettura non anno osato proporre idee con una visione che guarda al futuro. Anche per il piano viario si è optato per un pensiero vecchio e senza visione, poco rispettoso della vita attorno alla stazione fulcro di incontro e scambio sociale.
Che tristezza vedere una politica cosi miope e clientelare di bassa qualità un retaggio degli anni 60 deve si ritravano i piani regolatori per speculare stupidamente rovinando e sfregiando il territorio.
Sono felice di vedere che la società civile si sta ribellando a questa politica priva di etica, qualità e visione.