In Ticino non è più necessario costruire abitazioni, i progettisti devono avere visioni che danno risposte alla tematica ambientale e al risanamento energetico innovativo delle vecchie costruzioni.
La mia risposta da progettista a questa nuova opportunità di lavoro si sviluppa su due fronti:
– il primo che si rivolge all’edilizia privata,
costruzioni di piccola e media dimensione, principalmente abitative.
– il secondo che si propone all’edilizia istituzionale e quella industriale,
costruzioni di grandi dimensioni e agglomerati di costruzioni come strutture industriali, scuole, centri sportivi ecc.
Il concetto che ho elaborato, propone che la soluzione tecnica per isolare il manufatto si trasformi da passiva in attiva, da statica in dinamica, da limitata a intelligente.
Concetto che applicato significa che la soluzione per il risanamento energetico di un manufatto deve:
- produrre energia pulita per puntare all’autosufficienza energetica utilizzando le nuove tecnologie.
- essere composto da materiali intelligenti e dinamici che permettono altre funzioni oltre a quella isolante.
- fornire altre funzioni come quella del filtraggio e pulizia dell’aria o quella dell’accumulo energetico.
Per il settore dell’edilizia privata ho immaginato un imballo modulare realizzato con una struttura in legno.
Il legno permette una prefabbricazione dei moduli che, semplifica, velocizza la posa e permette di avere un cantiere rapido e pulito.
La produzione energetica viene risolta con:
- l’utilizzo della superfice del tetto utilizzando panelli energetici
- lo sfruttamento dei flussi di aria che si creano con la facciata ventilata
- lo sfruttamento del movimento della acqua nelle tubature inserendo micro turbine
Il sistema di ricambio d’aria fra interno ed esterno viene amplificato assumendo anche il ruolo di purificatore dell’aria.
Attualmente al progetto manca la fase d’ingegnerizzazione che è da sviluppare con una ditta che produce costruzioni prefabbricate in legno.
Per il settore dell’edilizia pubblica i vincoli e le problematiche da superare sono più importanti, e presuppongono una soluzione più complessa. Ho messo su carta un’ipotesi di lavoro che si rivolge ad un complesso scolastico degli anni 70.
Questa idea ha le proprietà di:
- lasciare integro la costruzione esistente,
- non interromperne l’utilizzo,
- produrre al minimo un milione di KWh/annui,
- essere eseguito a tappe,
- garantire la qualità dell’aria interna e ripulire quella esterna.
In questo momento sto formando il team di specialisti per sviluppare la ricerca di base che permetterebbe di ingegnerizzare l’idea.
La ricerca base permetterà di ottenere una gamma di possibili soluzioni architettoniche, ingegneristiche, tecnologiche, per progettare involucri intelligenti che si adattano alle specifiche di ogni situazione e manufatto.
La ricerca base sarà verificata sul complesso scolastico che fungerà da modello il quale permetterà di affinarne la fattibilità e il costo finanziario dell’intervento.
Entro fine 2019 sarà pronto il fascicolo che illustra il lavoro e il percorso per la ricerca base e il modello di verifica. Questo documento permetterà di raccogliere i finanziamenti necessari per avviare il lavoro di ricerca e modellizzazione.
Spero che l’avvio di questa ricerca sia il regalo di compleanno per X architettura che nel 2020 festeggerà i 35 anni di lavoro.
Agiornamento 2023
Sono assati 4 anni e la visIone che ha generato il progetto futuris si è arenata allo scoglio della volontà politica Ticinese miope, conservatrice, senza palle, e legata alle caste economiche.
La parola “innovazione” è stra usata per farsi belli e attuali ma, mai aplicata, in quanto gli investimenti sono distribuiti alle lobbi influenti legate ai partiti, e le ditte che fanno parte di questa casta non sono certo innovativi anzi, lavorano solo per avere margini sicuri e cospiqui. Che tristezza!
I soldi pubblici non servono per innovare e aquisire sapere da poi rivendere per creare un economia dinamica, ma servono per nutrire un bacino di voti economici che impedisce la crescita attraverso il rinnovo e il cambio di paradigma.
Ma questo è quello che vuole il popolo Ticnese quando si esprime nelle urne.
L’aspetto più triste è che i funzionari e i tecnici che ho incontrato sono entusiasti;
sono i “grandi capi “ che bocciano, sospendo e impongono il silenzio.
Potrei pubblicare aneddoti, telefonate ed email che farebbero sussultare municipi e capi dicastero. Il problema non è nella persona ma nella logica di potere a cui aderisce.
I politici liberi di fare il bene del cantone, purtroppo, non esistono. E pensare che sono nostri dipendenti che paghiamo profumatamente e che gestiscono i nostri soldi.