Negli ultimi 30 anni la gestione politica ha snobbato, le soluzioni proposte dal fior fiore degli architetti che si sono cimentati su questo tema. Personalmente ho partecipato al concorso del 1988 vinto da Nando Snozzi uno dei grandi.
I concorsi si sono rivelati solo propaganda politica.
Malgrado tutto ciò nutrivo molte speranze nella non nuova idea di un concorso legato al cuore della città.
Immaginavo un bando che facesse tesoro di 30 anni di proposte, nel rispetto dei soldi spesi. Un bando che guardasse lontano, che auspicasse visioni per una Locarno 2.0. Un concorso per costruire le basi di un nuovo modo di immaginare la vita nel tessuto urbano; sfide rese ancor più necessarie dalla pandemia.
Un concorso che premiasse un “master project” che tracciasse le line guida per il futuro.
Sono l’eterno illuso, che crede nel coraggio e in una politica visionaria e altruista. 

 

 

 La politica succube del potere occulto che regge le leve economiche, con tutti i suoi illustri consulenti profumatamente pagati, ha partorito un essere amorfo senza vita.
Un ammasso di fogli che prende le sembianze di un saggio ma che è:
– privo di saggezza (visioni Locarno.2 “smart citty”)- che non ha un inizio e una fine (mancano importanti e vitali aree agli estremi che necessitano di soluzioni Piazza Castello, zona Debarcadero fino alla Ramogna, la sua interazione con il lago)
– che vuole un grande parcheggio ma ne castra l’efficacia con vincoli contradittori e risparmi miopi (parcheggi in superfice e vecchi accessi)
– che rende zoppo e contradittorio il valore pedonale dell’area, per ossequiare i privilegi degli intoccabili (accessi veicolari di via delle monache e via Panelle)
– che non ha il coraggio di ammettere e rimediare agli errori del passato (teatro e casinò)
– che ha dimenticato il cambiamento climatico (non richiede proposte innovative che tengano conto delle ricerche sul tema; vedi conferenze organizzate a Locarno dall’ufficio federale dell’energia)
e potrei continuare con l’elenco, purtroppo.

Questo concorso serve come giustificazione per realizzare un parcheggio sotterraneo sotto largo Zorzi, se possibile fino alla posta, e per piantare un po’ di vegetazione, che oggi va tanto di moda e ti rende la coscienza green. Che tristezza!
Non vogliono idee, vogliono giustificazioni per spendere i soldi come vogliono, e quello che è peggio, si fregiano di concepire e costruire la nuova città, illudendo gli architetti che spendono dai 30 ai 40 mila franchi per rispondere, ad un bando zeppo di vincoli contradittori dettati dal clientelismo politico. Che mancanza di rispetto del lavoro altri! L’ennesima occasione persa, per riuscire trovare soluzioni visionarie, capaci di regalare a Locarno un futuro di qualità per le nuove generazioni.

Deluso e amareggiato mi chiedo: “perché gli innumerevoli dottori in architettura che popolano questo Cantone non si esprimono in merito?”
Hanno ragione loro; è tempo perso, e non amano l’opera del Don Chisciotte.